

Nell’angoscia del voler scoprire i propri doni e il senso della nostra venuta qui, spesso ci si perde la sacralità del cammino stesso.
Attendiamo di scoprirli per iniziare a vivere veramente, come fosse una rivelazione, ma questo è un inganno.
Ognuno di noi conosce i propri talenti, solo che ne dubitiamo.
È in quel dubbio costante verso ciò che ci anima da sempre che ci smarriamo. Si tratta solo di ricordare, non di trovare.
“Riposa in ciò che sei” mi disse un giorno una maestra.
Le tue qualità sono già dentro di te.
Lo sono da sempre, dal primo attimo in cui ti sei incarnato e probabilmente anche prima.
Cerchi fuori da sempre, ma non è fuori che troverai.
Ti hanno fatto credere che saresti stato migliore se fossi diventato qualcosa d’altro, perché così come eri non era sufficiente o non andava bene, ma era una menzogna che ti ha allontanato anni luce da te. Dal tuo cuore.
Il lavoro da fare oggi è ricordare, non cercare altro.
Le esperienze costruttive che fai, i veri maestri che incontri, le invocazioni fatte col cuore ti aiuteranno a ricordare chi sei sempre stato, non ti guideranno fuori da te.
È per questo che ad ogni passo autentico che compi verso la tua verità interiore, hai la sensazione che una ferita del passato venga lenita.
Ogni passo verso la tua libertà porta benedizioni a chi sei stato, a cosa sei stato chiamato ad attraversare e chi sarai.
Il tempo è davvero altro da ciò che crediamo.
Il passato e il futuro non sono prima e dopo l’attimo che stai vivendo: sono lo stesso attimo. Sono ora.
Il bimbo o bimba che sei stata è ancora qua con te e non crederà mai che ciò che è sia il suo dono finché non andrai da lei a trasmetterglielo. Non a dirglielo, a trasmetterglielo. Tu sei adulto biologicamente parlando ma sei ancora quel bambino ogni volta che si apre uno spazio non sicuro, non compreso, non chiarito.
Tu viaggi nel tempo tutti i giorni. Lo sai?
Tu viaggi in astrale tutte notti. Lo sai?
Tu abiti più dimensioni da quando sei nato. Lo sai?
Tu viaggi nel tempo quando visualizzi la tazza di tè che desideri bere prima ancora di mettere a bollire l’acqua per farlo.
Viaggi quando senti un profumo che ti ricorda casa della nonna, torni lì da lei e la saluti per tutte le volte che non l’hai fatto.
Tutte le notti puoi chiedere di guarire una ferita e lasciare che i tuoi custodi ti portino là dove questo è possibile.
Ogni giorno puoi scegliere che qualcosa in te si trasmuterà oggi e per sempre.
Trattarti come si tratta un tempio.
Scegliere di incarnare una divinità in terra e fare del tuo meglio con disciplina.
Tu sei il dono.
Questo te lo scrivo perché si tratta solo di ricordare chi sei sempre stato, trasmutarlo nel metallo più prezioso e custodirlo con saggezza del cuore. Tu sei il dono.
Mentre tu dedichi la tua vita ad essere un dono, i tuoi doni si manifestano. Non importa se questo aiuterà una o cento persone.
Ogni tuo aspetto che consideri negativo porta in sé una preziosa qualità se sviluppi in te lo sguardo di un Dio. Se la guardi con compassione, amore, mente cristallina, potere, comprensione e la gratitudine.
Allora pensa, come guarderebbero Dio, Maria, Gesù, Buddha la tua sensazione di dare sempre disturbo? Di non sentirti abbastanza? Che sguardo avrebbero sul tuo essere impaurito dell’aereo e di goderti la vita?
La via è il cammino. Ringrazia, godine, impara a sentire gratitudine.
Non inizierai a vivere veramente quando scoprirai i tuoi doni. Non si rivelano a te come un’epifania e soprattutto nessun essere umano è autorizzato a dirteli. Questa è una legge. La scoperta dei tuoi doni è parte del processo e non ci sono scorciatoie, solo aiutanti.
Per saperli riconoscere è importante connettersi alla frequenza della gratitudine.
Per essere vivo, per essere chi sei, per ciò che hai, per la famiglia che ti ha dato la vita.
I doni sono già in te solo che li metti in dubbio. Solo che ne preferivi altri. Solo che sono assopiti sotto strati di gusci d’ombra e credenze.
Quindi, lavoro. Tanto lavoro, ma sempre con meno sforzo.
Cosa provi a leggere quest’ultima riga?
Da dove inizi a incarnare questa nuova dimensione di te?
Perché è da qui che si inizia.
Crea una vita che ti somiglia e nel mentre goditi il cammino.